Aldo

Famà

 

il dinamismo della linea

 

 

           

Laura Safred - La Collezione della Foresteria - Galleria Veno Pilon

Zbirka iz Foresterije - Pilonova Galerija

Aidussina (SLO) - maggio-giugno 2010

La gran parte degli artisti presenti in questa collezione si conoscono tra loro e condividono un percorso comune di amicizia e di lavoro. Le loro opere formano una piccola società che ha trovato sede per dieci anni in un appartamento nella città di Trieste, una foresteria riservata a ospiti e a studiosi di passaggio nella città e dedicata a una donna che, tanti anni prima, era stata ospite nella stessa casa, la tedesca Ursula Hirschmann, moglie del filosofo antifascista Eugenio Colorni ucciso a Roma durante la seconda guerra mondiale, e poi di Altiero Spinelli, con il quale fonda il movimento europeista nel secondo dopoguerra.

Con gli artisti della Foresteria ho condiviso concretamente e idealmente una lunga fase del mio percorso nel campo delle arti visive come critico d'arte e come curatore di mostre, talune proprio nella Galleria Veno Pilon. Le loro opere, che spesso mi sono state generosamente donate, documentano per lo più il loro lavoro in fase di cantiere: sono idee, bozzetti, documenti di opere che a volte sono state realizzate poi in altra forma, come dipinti, sculture o istallazioni. Questo aspetto costituisce la componente più originale della collezione e per me rappresentano il nucleo prezioso del laboratorio dell'artista.


Le opere più antiche della collezione sono quelle di Anita Pittoni, di Maria Lupieri, di Lilian Caraian e Lucio Saffaro. Anita Pittoni ha lavorato con le arti applicate; la sua figura è rilevante dal punto di vista culturale e storico, in quanto erede di una famiglia del socialismo triestino. Maria Lupieri e Lucio Saffaro esprimono in modi antitetici la stessa anima fantastica dell‘arte triestina della seconda metà del 900, poco interessata al reale e piuttosto incline a seguire le vie dell'immaginazione e della metafisica. Caraian è invece il ponte sperimentale con le neoavanguardie degli anni Sessanta, attive a Trieste nel gruppo di ”Raccordo 6“, di cui l'artista stessa fece parte, o di ”Arte viva“, e intorno ad Avgust Cernigoj, presente nella collezione con un'opera grafica.


Le figure che compaiono negli anni successive, come Nino Perizi, Cesare Picotti, Giorgio Valvassori, Franco Vecchiet, Marjan Kravos rappresentano la fase della sperimentazione e dell'apertura verso la cultura slovena. Questi artisti trovano ancora in quegli anni un riferimento in Cernigoj e un punto di aggregazione intorno al Museo Revoltella, allora rivolto alla ricerca e al contemporaneo con la direzione di Giulio Montenero. L'interesse per la grafica è testimoniato dalle opere di Zora Koren, Bruno Ponte e di Mirella Schott-Sbisà: i primi due attivi anche con un lavoro di galleristi e la seconda con la Scuola libera dell'acquaforte, che ha rafforzano a Trieste i legame con la cultura grafica slovena, anche con la frequentazione delle Biennali internazionali di grafica di Lubiana.

Gli artisti dell'area goriziana indicano una diversa direzione, più orientata ai materiali e all'espressività dell'opera, come Cesare l\/locchiutti, e più vicina alla cultura slovena, anche attraverso l'esperienza delle colonie artistiche della Valle del Vipacco: insieme con Valvassori sono Sergio Scabar, Roberto Kusterle, Luciano de Gironcoli e Patrizia Devidè. Mario Tudor è un goriziano diventato milanese, Carmelo Zotti è un triestino diventato veneziano, un tempo amato maestro di pittura all'accademia di Venezia come lo è ora Mirella Brugnerotto, con la sua pittura postmoderna.


Gerolamo Caramori e Livio Schiozzi hanno condiviso un rigoroso percorso di maestri all'Istituto statale d'arte di Trieste, così come Fulvia Spizzo, Adriano Bon ed Enzo Navarra si sono impegnati a stimolare la creatività dei bambini e dei ragazzi con le loro opere, originali e ironiche. Molti di questi artisti lavorano tra astrazione e concettualismo, come Mario Bessarione, Adriano Stok e Aldo Famà. I dipinti astratti di Pope sono sospesi tra la terra del Friuli e il mare Adriatico come le fotografie di Mario Sillani Djerrahian e il progetto di Luciano Trojanis per un'istallazione a Pirano.

Ma in una regione di confine gli spostamenti sono frequenti e il confine può essere luogo di incontro e non di separazione: cosi avviene per Demitrj Cej e Gustav janus. Dalla Croazia e dell'Austria sono giunte a Trieste le opere di Dora Kovacevic, di Franz Pichler, di Petra Maitz e di Julius Deutschbauer. Proprio ad Aidussina si sono incontrati Florance Faval, Sergej Glinkov, Paolo jacob e Laura Lena, che ha realizzato una decorazione per il luogo dove tutte le opere erano state raccolte, dipingendo le pareti della Foresteria con le impronte di opere imnaaginarie.


Si è così creata una collezione che continua la sua storia nella casa di Veno Pilon, con nuovi compagni di viaggio: le opere d'arte sono fatte anche per muoversi nel mondo e per ricevere ogni volta una nuova intepretazione e un nuovo valore.

Laura Safred

 

 


 

 

Aldo Famà
Traccia del tempo 36
1997
cartone stampato e carte colorate 18 x 24 cm
in basso a destra firma sul retro: titolo, materiali, misure, data e firma
dono dell°artista
bibliografia: Aldo Famà. Archivio della memoria, a cura di Laura Safred, Trieste, 1993

 


 

 

 

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